lunedì 9 febbraio 2015

Non c’è alcun consenso scientifico sulla sicurezza degli Ogm

I sostenitori degli organismi geneticamente modificati ripetono fino allo stordimento che «c’è un generale consenso della comunità scientifica sugli aspetti relativi alla sicurezza degli ogm». Un documento sottoscritto da oltre 300 scienziati ci dice che non è affatto così.

Un quotidiano nazionale, noto per il fervore nell’etichettare come pericolosa ignoranza tutto ciò che mette in discussione i diktat della comunità medica più arroccata e arrogante ma maggioritaria, ha bollato come sciocchezze antiscientifiche e miserevole ignoranza tutte le critiche che in questi anni sono state mosse agli ogm e alla loro introduzione nell’ambiente e nella nostra alimentazione.  E ha sostenuto che la scienza si è schierata compatta a favore della sicurezza degli ogm, mancando però di sottolineare come la maggioranza degli studi che hanno acceso luce verde siano stati finanziati, direttamente o indirettamente, dalle multinazionali del biotech o condotti da ricercatori che hanno avuto o hanno legami, diretti o indiretti, con esse. Peraltro non c’è affatto tutta questa unanimità di visione e conclusioni. Un documento firmato da oltre 300 scienziati ed esperti legali lo dimostra, documento pubblicato su Environmental Sciences Europe che Il Cambiamento vi mette a disposizione, nella versione integrale, cliccando qui.
La dottoressa Angelika Hilbeck, uno degli autori e responsabile dello European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER), ha dichiarato:
«Il documento è stato sottoposto a peer reviewe dalla rivista scientifica e da oltre 300 scienziati ed esperti in svariati campi di studio, inclusi biologi molecolari e biotecnologi».

Il documento è stato pubblicato in un primo tempo in risposta a dichiarazioni delle industrie Ogm e di alcuni scienziati e commentatori che affermavano come ci fosse un unanime consenso sulla sicurezza degli alimenti ogm e delle coltivazioni per l’uomo e l’ambiente. «Lo sbandierato consenso sugli ogm non esiste» dicono i sottoscrittori.
Nicolas Defarge, un altro co-autore del documento e membro dell’ENSSER, ha detto:
«Il progresso nella scienza si conquista attraverso dibattiti su argomenti scientifici. Il nostro documento vi contribuisce. Il dibattito sugli effetti a lungo termine sulla salute del consumo di ogm e dei residui di pesticidi che contengono è acceso e prosegue. Risposte potranno venire solo da ulteriori studi basati su solidi protocolli in grado di stabilire gli effetti a lungo termine. E tutto dovrà essere pubblicato, di libero accesso e con i dati originali disponibili e non tenuti segreti. Dobbiamo tenere a mente che gli studi condotti dalle industrie a sostegno della diffusione degli ogm sul mercato solitamente non sono sottoposti a peer review».
La dottoressa Belinda Martineau, che ha firmato il documento, membro del Michelmore Lab all’UC Davis Genome Center, Università della California, ha dichiarato:
«Do tutto il mio sostegno a questo documento che descrive bene la mancanza di consenso scientifico sulla sicurezza degli organismi geneticamente modificati». Un altro co-autore, Jack Heinemann, professore di genetica e biologia molecolare del Centre for Integrated Research in Biosafety, dell’Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, ha detto:
«La fiducia negli ogm non cresce perché gli scienziati cercano di tenere lontane e ignorare le domande e i dubbi legittimi sulla sicurezza di questi organismi. Invece di continuare a gridare “Non guardate qui, non aveva ancora il permesso”, dovremmo cercare di capire la ragione della sfiducia. Sarebbe meglio permettere una discussione aperta sugli ogm, che comprendesse differenti punti di vista, approcci e opinioni».
E. Ann Clark, co-autrice e professore associato in pensione della University of Guelph, Canada, ha detto:
«La verità è che non c’è alcun consenso sulla sicurezza degli ogm. E non ci potrà essere poiché mancano ricerche ben condotte».
Elena Alvarez-Buylla, professor di genetica molecolare alla Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM), ha dichiarato:
«Gli studi più documentati dimostrano che esiste evidenza sul legame tra rischi per la salute e consumo di ogm. Inoltre la diffusione degli ogm impedisce di poter optare per la produzione alimentare agroecologica e sostenibile. Le multinazionali del biotech, contaminando l’ambiente con coltivazioni ogm e sostanze chimiche uali il glifosato, minacciano la sovranità alimentare e la salute pubblica. C’è urgente bisogno di regole ispirate al principio di precauzione. Dovremmo evitare ulteriori rilasci di ogm e pesticidi ad essi associati nell’ambiente e negli alimenti». Chiediamoci come mai una fetta della comunità scientifica e una ampia fetta dei media si sono appiattite sulle stesse identiche posizioni delle multinazionali del biotech, al grido di «la scienza sostiene che gli ogm sono sicuri». Mentre il consenso non esiste.
Si ringrazia il giornalista Colin Todhunter, i suoi articoli sono apparsi sul Deccan Herald, New Indian Express e sul britannico Morning Star.


Fonte: ilcambiamento.it


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