domenica 4 gennaio 2015

SARÀ MAI POSSIBILE UN FRONTE UNICO CONTRO IL NUOVO ORDINE MONDIALE?

Il fondamento di ogni dittatura, di ogni tirannia è sempre la centralizzazione del potere. E in tutto il mondo, da almeno un ventennio a questa parte, e in modo accelerato, stiamo assistendo esattamente a questo: grazie al sottostante della globalizzazione, infatti, siamo spettatori inermi sempre più di integrazioni e centralizzazioni continentali, le quali – è quasi superfluo aggiungere – evolveranno in qualcosa di ancora più grande che è già in agenda, ovvero un governo mondiale capitanato dalla finanza, che, già adesso, attraverso i suoi meccanismi fraudolenti di creazione e restituzione di moneta-debito, possiede tutte o quasi le nazioni del Pianeta. 
l’Unione Europea, per esempio, è tutto fuorché una democrazia: chi comanda è una Banca Centrale (del tutto privata e fuori controllo) che indebita le nazioni con “denaro dal nulla”, mentre una Commissione non eletta da nessuno si impone ormai per il 75% sulle varie legislazioni dei paesi che ne fanno parte. Il Parlamento Europeo, l’unico organo eletto dai cittadini, nonostante il Trattato di Lisbona disponga poteri uguali alla Comissione per colmare il famoso “deficit democratico”, non ha ancora questi poteri, e anche se li avesse, visto che i politici sono solo i camerieri della finanza internazionale, di certo non cambierebbe un granché, dato che ciascuno… ha il suo prezzo, purtroppo. 
Almeno fino a quando il “valore” del denaro sarà così importante per questa società, nonostante la sua stupida genesi.
Stessa centralizzazione, anche se in modo diverso, avviene nei “democratici” States: anche se qui vi sono diversi organi come il Presidente e il Congresso (quest’ultimo composto perlopiù da membri comprati da varie lobbies, comprese quelle finanziarie) i cosiddetti “ordini esecutivi” sono norme giuridicamente vincolanti emesse dal Presidente senza l’approvazione dei parlamentari; tuttavia hanno lo stesso peso legale delle comuni leggi. 
Se il Congresso approva un disegno di legge che contrasta un ordine esecutivo, il Presidente può porre il veto. Per revocare questo veto, servono i due terzi di ciascuna camera, cosa che visto il livello di corruzione delle stesse, non è poi così difficile trovare (sempreché si arrivi a questo punto, cosa che capita raramente). 

Un lungo elenco di ordini esecutivi dei Presidenti americani è stato introdotto da leggi che, se il meccanismo fosse stato diverso, sarebbero state impensabili: l’Ordine Esecutivo 10990, per esempio, permette al Governo di assumere il controllo di tutti i mezzi di trasporto, delle autostrade e dei porti in casi ritenuti eccezionali per la sicurezza del paese; stesso dicasi per i mass media (O.E.10995) per le fonti di approvvigionamento alimentare e le aziende agricole (O.E.10998) per l’organizzazione in squadre di lavoro dei cittadini americani (O.E. 11000) per le strutture del sistema sanitario, dell’istruzione e del welfare (O.E. 11001). A gestire queste emergenze sarà la Federal Emergency Management Agency, (FEMA) che in caso di “emergenze” appunto, sarà responsabile dell’ordine pubblico in tutto e per tutto. 


In Inghilterra, si assiste alla stessa centralizzazione: i cosiddetti “Statuatory Instruments” vengono portati in Parlamento da un ministro del Governo, e non richiedono alcuna approvazione parlamentare, in virtù del fatto che il Governo ha ricevuto con un atto di delega dal Parlamento i poteri legislativi su quella determinata materia. 
Ogni anno nel Regno Unito vengono introdotte (in modo surrettizio) migliaia di leggi e regolamenti non votati dal Parlamento, e se si pensa che perfino le leggi votate dal quest’ultimo non vengono lette dai parlamentari (che sono solo dei pigia bottoni come nel nostro paese) anche qui il quadro assume tinte davvero fosche. 
Insomma, quando la centralizzazione non è territoriale (come è clamorosamente accaduto con l’UE) essa si fa normativa, inglobando, anzi ingabbiando il paese in un sistema dove pochi assumono sempre più il potere senza il consenso di nessuno. 
Nei prossimi anni assisteremo a ulteriori centralizzazioni continentali, dato che sono il preambolo necessario per arrivare al famigerato governo mondiale: il primo ministro australiano Kevin Rudd, ha dichiarato di volere entro il 2020 una “Comunità Pacifico-Asiatica” strutturata proprio come il modello europeo. Rudd ha anche affermato che nonostante organismi regionali come l’ASEAN e l’APEC (rispettivamente l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico e l’Asia Pacific Economic Cooperation) abbiano raggiunto buoni risultati, c’è bisogno di un’ulteriore integrazione, per affrontare le crescenti sfide della globalizzazione. Rudd, infatti, ha anche aggiunto che “una comunità pacifico-asiatica deve includere Stati Uniti (in parte), Giappone, Cina, India, Indonesia e altri stati limitrofi per incoraggiare la cooperazione economica, politica nonché difendersi dal terrorismo. 
Anche l’Africa si è data un’ Unione Africana, anche se per adesso essa si concentra solo sul rispetto dei diritti umani e sulla stabilità e sicurezza del continente.
Stesso dicasi delle due Americhe, che lavorano all’integrazione con una nuova moneta che porti ”benessere” a tutti i paesi, moneta che si dovrebbe chiamare Amero. 
Miguel D’escoto Brockmann, presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, nel 2009 ha dichiarato: “La globalizzazione senza istituzioni globali o regionali sta portando il mondo verso il caos. Il controllo delle istituzioni globali tramite forze che sono reticenti alla democratizzazione globale ha contribuito al malessere politico vista la mancanza di soluzioni a urgenti problemi globali.”
Brockmann, non pago, ha anche precisato: “Alcune nazioni hanno scoperto che il loro destino passa per l’adesione alle organizzazioni regionali. Il principio dovrebbe essere quello di rafforzare le Nazioni Unite e specialmente l’Assemblea Generale come l’ente con una nazione e un voto che possano creare con legittimità una sfera istituzionale globale. Allo stesso modo anche il livello regionale andrebbe rafforzato.”
Miguel D’Escoto ha proposto una vera e propria trasformazione dell’ONU, attraverso l’istituzione di un Fondo Etico Globale, un Ente Tributario Globale, un Ente Globale per i Beni Pubblici come mare, spazio ecc, una Commissione Globale per la Sicurezza dei Prodotti Finanziari, un Ente Globale per la Tutela della Concorrenza, un Consiglio Globale dei Consulenti Finanziari ed Economici e per il Coordinamento Economico, infine un Comitato Monetario Globale. 
La globalizzazione, come si può capire, è il vero motore di tutta questa centralizzazione: più si centralizza il potere globale attraverso oligarchie economiche (multinazionali) politiche, finanziarie ( le varie Banche centrali e non solo) e via dicendo, più la gente soffre, più – come soluzione – si offrono ulteriori soluzioni centralizzanti. Per non parlare del fatto che globalizzazione fa rima con cinesizzazione mondiale del lavoro.
I pilastri di questa globalizzazione e della consequenziale campagna mondiale di concentrazione, comunque, restano tre: il primo è quello del denaro, attraverso il quale si creano monete sempre più centralizzate che mal si adattano alle specifiche economiche dei vari paesi (spogliandoli dei loro beni, in quanto queste monete nascono tutte come debiti che producono interessi, dunque non potranno mai essere ripagate); il secondo pilastro è quello del lavoro, che porta a rivedere al ribasso le condizioni di vita di tutti i lavoratori del Pianeta, in quanto la globalizzazione e le sue multinazionali danno vita a vere e proprie oligarchie economiche che si situano nei paesi che via via abbassano i diritti – e quindi i costi – per le stesse multinazionali; il terzo pilastro, infine, è quello delle leggi, che servono a suggellare, anzi cementare sotto il nome della “legge” e dei “trattati” tutti questi processi integrativi o di centralizzazione. 
Il collegamento tra questi aspetti è evidente, una volta che capisci i veri attori in gioco: la finanza internazionale, infatti, con i suoi giochi di prestigio sul denaro, possiede le multinazionali e anche la politica, in quanto “se crei il denaro dal nulla sei il vero padrone del Pianeta”.
Si potrebbe sempre obiettare, a questo punto, che la differenza tra una dittatura (fascista o comunista, tanto è lo stesso) con una democrazia stia nelle elezioni: ma se entrambi gli schieramenti sono finanziati e messi su quelle poltrone dai veri poteri (finanziari) che stanno dietro le quinte (tant’è vero che una volta eletti portano tutti avanti l’agenda globale integrativa), allora l’illusione del cambiamento diventa solo una strategia dilatoria e di contenimento delle masse per riuscire nell’intento. 
Fondamentalmente, esistono diverse categorie di politici o galoppini, a seconda di come li si veda: coloro che conoscono le intenzioni dei veri “padroni” e quindi i fini ultimi nonché il loro modus operandi; quelli assetati di potere e che quindi farebbero qualunque cosa, ma davvero qualunque cosa pur di mantenerlo (che sappiano o meno è indifferente); coloro, infine, che nascondono scomodi segreti e sono quindi in politica per “immunizzarsi”; questi ultimi sono i più funzionali al sistema in quanto facilmente ricattabili, e in qualche modo, proprio per questi motivi, sono sempre resuscitati dal “sistema” che può spenderli come meglio crede.
La cosa più sconcertante, quindi, è che chiunque si voti, il voto alla fine va sempre e solo ai banchieri (primi fra tutti la famiglia Rothschild, che possiede buona parte delle azioni delle banche centrali che prestano i soldi alle nazioni. In pratica, possiedono il mondo). 
Ecco perchè – si dice – la politica è fatta da imbroglioni, ecco perchè chiunque vada al potere, alla fine, non fa alcuna differenza. Essi non possono curarsi di noi, perchè hanno poteri sovrastanti a loro da accontentare.
Un ultimo tassello per chiarire il “sistema” sono proprio i cosiddetti “budget neri”, ovvero quei fondi (ribadiamolo, il denaro nasce dal nulla, quindi è solo un mezzo finalizzato al potere, in quanto a nessuno interessa che venga restituita o meno carta straccia) che vengono esclusi dai bilanci ufficiali dei governi e che servono a finanziare armi, nuove tecnologie per il “controllo”, nonché a pagare questo o quel politico che in quel momento deve portare avanti l’agenda globale. 
Molti scienziati “eretici”, infatti, asseriscono che la tecnologia segreta è molto più avanti di quella ufficiale proprio per via di questi fondi, e alcuni affermano che perfino nello spazio c’è un arsenale di armi pronte ad essere usate sulla popolazione se e quando servirà. 


Fantascienza? Tutto è possibile, bisogna entrare in questo nuovo ordine di idee (che è decisamente più reale) se vogliamo veramente capire ciò che sentiamo tutti a livello di percezione, ovvero che più di qualcosa in questo mondo proprio non va.
Oltre alla centralizzazione politica, economica, militare (attraverso organizzazioni post-guerra come NATO e via dicendo) un altro passo cruciale del governo mondiale sarà quello di togliere il contante: ci stanno già riuscendo, il contante è sempre meno usato e quando si arriverà a valute continentali virtuali si potrà passare ad una valuta mondiale della stessa tipologia. Una volta tolti i contanti, chi controllerà il sistema informatico controllerà le nostre vite, e il potere di creare o cancellare cifre dai nostri PC (e quindi dai nostri conti, chi può saperlo!) magari definendoci “terroristi”o chissà che cosa, potrà far adeguare tutti i dissidenti che ora – non a torto – combattono questo fascismo alle porte che la gente comune proprio non vuol vedere, istupidita com’è dai tradizionali mass media. 
Ci si chiede: come possiamo reagire tutti insieme a questo mondo orwelliano ormai alle porte? Come possiamo difenderci, dato che il sistema si serve di molte pedine dato che ha un’infinita disponibilità di risorse? 
Il punto oggi è che ci sono molte persone che hanno capito il gioco a cui si sta giocando, ma tanti rivoli e correnti impediscono quell’unità che serve per combattere un sistema così gerarchico e verticistico. 
Anche perchè – chiariamolo – la forte compartimentalizzazione non ci aiuta: chi sta più sotto nella piramide e lavora inconsapevolmente per il sistema non sa quello che fa chi sta sopra di lui. E visto che il sistema si ramifica in modo infestante in ogni ambito della nostra vita, attraverso multinazionali della salute, del cibo, dell’informazione e via dicendo, bisogna cominciare a creare degli obiettivi comuni, e lavorare insieme affinché si possa creare – in primis – una reale massa critica che permetta un vero cambiamento nelle tante persone che ancora camminano nel sonno. 
Insomma, abbiamo bisogno di persone che spiegano concetti anche complicati in modo semplice, in modo da riuscire ad arrivare alla “gente”. 
Il diritto alla salute, le risorse naturali, il patrimonio culturale, l'acqua e l'energia a disposizione di tutti, così come il denaro di proprietà dei cittadini (che non genera debito alla fonte)  ma anche una vera politica non schiava della finanza devono essere le priorità fondamentali sulle quali lavorare. L’associazionismo civile deve orientarsi in questo senso. 
Dividersi in mille correnti anche se si ha il comune obiettivo di ostacolare il cosiddetto “Nuovo Ordine mondiale” non serve, perchè si generano inutili personalismi che pretendono di avere – e imporre – una nuova verità precostituita, tipica delle religioni e delle superstizioni.
Oggi l'individualismo e l'assenza totale del concetto di "bene comune" – a cui siamo stati educati dallo stesso “sistema” – ci impediscono questa visione comune, soprattutto ci impedisce di focalizzare il quadro d’insieme che ci permette di decodificare ogni giorno la realtà che ci viene propinata dai media. Proprio questi ultimi, tra le altre cose, oltre a continuare il loro divide et impera, continuano a dirottare l’attenzione dell’uomo comune sul particolare, impedendo alla collettività di avere la giusta visuale d’interezza sulla società globale e globalizzata.
Ecco perchè è giunta l’ora di fare un passo avanti, partendo prima di ogni cosa da noi stessi, abbattendo cioè quella patina di ego che ci impedisce di avere la giusta dose di amore e altruismo tali da essere utili a noi stessi e alla collettività.
“Cambia te stesso e cambierai il mondo”, asseriva il famoso mistico Osho. 
Nella sua essenza, il Nuovo Ordine Mondiale è un progetto di schiavitù non solo politico, economico e sociale ma soprattutto della nostra coscienza e della nostra vera consapevolezza; un progetto che ci impone di vivere solo ed esclusivamente “nella mente”, che viene occupata da mille e più pensieri e preoccupazioni (inutili) che ci lasciano completamente sfiniti, svuotati e quindi completamente manipolabili. Ma soprattutto non concentrati, non focalizzati sulle cose davvero importanti.
Quando la voce della coscienza sarà più forte di quella della mente in buona parte delle persone, solo allora, con tutta probabilità, il mondo diventerà sulserio un posto migliore. 
Se crediamo che tutto questo sia utopia, allora non siamo ancora pronti per questo salto di qualità. 
La realtà, la nostra realtà anche personale, nasce solo ed esclusivamente dalla nostra fantasia. Che lo realizzino pure in modo compiuto, allora, questo Governo Globale: forse sarà la forza d’ostacolo giusta, la tempesta perfetta per far capire alla gente la finta realtà che ha vissuto, a tutti i livelli. Ricordiamoci infatti che il Governo Globale potrà essere pure economico e istituzionale, ma per essere davvero tale ha bisogno dell’adesione di tutti noi. Dei popoli.
È di estrema importanza, dunque, non arrivare alla violenza barbara col “sistema”: questo è l’unico pericolo che chi ha capito come stanno le cose deve assolutamente scongiurare, in tutti i modi possibili e immaginabili. E in tutto il Pianeta.
Se crediamo che tutto questo sia utopia, che non possiamo fare niente, allora siamo noi in primis a non essere pronti per questo salto di qualità. 
La realtà, la nostra realtà anche personale, nasce solo ed esclusivamente dalla nostra fantasia. Dobbiamo essere dei visionari, dei pionieri visionari, e combattere il sistema con delle armi del tutto diverse, per evitare -–semplicemente -– di fare il suo stesso gioco.

Autore:  Gabriele Sannino 

Fonte:  Nexus edizioni



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