lunedì 5 maggio 2014

Arsenico in ciò che mangiamo: ecco dove e quanto

L'Agenzia alimentare europea (European Food Safety Authority - EFSA) ha pubblicato un rapporto sulla presenza di arsenico negli alimenti disponibili sul mercato europeo e quindi che arrivano anche sulle nostre tavole. Nei primi 3 anni di vita contribuiscono maggiormente all'esposizione ad arsenico il latte e i latticini, l'acqua da bere, i cereali (tranne il riso) e i prodotti derivati, gli alimenti per l'infanzia.

Benchè l’Italia non risulti tra i paesi più esposti all’arsenico contenuto negli alimenti non si può certo abbassare la guardia. I controlli sono stati effettuati in 21 paesi europei (CLICCA QUI PER SCARICARE IL DOCUMENTO Dietary exposure to inorganic arsenic in the European population - EFSA Journal 2014;12(3):3597), visto che compito dell’Efsa è proprio quello di raccogliere e valutare la presenza di una serie di contaminanti chimici negli alimenti ad uso umano e animale. Si è già occupata di Arsenico nel 2009 per stimare l'esposizione con la dieta, trovando che i livelli di assunzione erano maggiori in particolare per i bambini sotto i 3 anni e che il riso era da annoverare fra gli alimenti a contributo più significativo, come era stato evidenziato da altri studi. Questo report aggiornato sull'arsenico prende in esame ulteriori dati disponibili, che vanno dal 2003 al 2012 per un totale di 103.773 dati analitici utili inerenti alimenti e acqua.

L'arsenico può essere immesso nell'ambiente da attività industriali o dall'uso di prodotti come fertilizzanti, preservanti o pesticidi. In Europa l'uso di pesticidi contenenti arsenico non è consentito. I composti organici e inorganici più frequenti sono quelli delle forme di arsenico pentavalente e trivalente. L'arsenico inorganico è più tossico di quello organico, soprattutto la forma trivalente, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'OMS (IARC) ha classificato l'arsenico e i composti di arsenico inorganico cancerogeni certi per l'uomo (gruppo 1), valutando alcuni composti organici come possibili cancerogeni (gruppo 2B) e altri come tuttora non classificabili (gruppo 3).

Tranne che per il riso (in cui si sono ritrovati alti livelli), l'esposizione ad arsenico con gli alimenti varia soprattutto in relazione all'entità del consumo dello specifico alimento.


Nei primi 3 anni di vita contribuiscono maggiormente all'esposizione ad arsenico il latte e i prodotti caseari, l'acqua da bere, i cereali (tranne riso) e i prodotti derivati, gli alimenti per l'infanzia. Non è nota la potenziale e probabile presenza di riso nei prodotti per l'infanzia, pertanto l'esposizione totale in queste età potrebbe essere sottostimata. Nel resto della popolazione, il maggior contributo di arsenico con la dieta proviene da cereali e derivati, riso, latte e prodotti caseari, acqua potabile.

Combinando i livelli di arsenico negli alimenti con il consumo giornaliero medio individuale risultante da indagini nutrizionali europee (28 disponibili in 17 paesi fra cui l'Italia), si è stimato che l'esposizione cronica ad arsenico in Europa rientra fra 0.09 - 0.38 μg/kg p.c. al giorno, per livelli di esposizione media, e fra 0.14 - 0.64 μg/kg p.c. al giorno per il 95imo percentile di esposizione.

Complessivamente i più giovani risultano più esposti. Non si evidenziano differenze nei vegetariani (in base ai dati disponibili, che sono limitati).

L'UE non ha stabilito valori massimi consentiti di arsenico negli alimenti, mentre per le acque destinate al consumo potabile il limite è pari a 10μg/L ,  così come per le acque minerali.


Fonte: ilcambiamento.it
 

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