lunedì 28 aprile 2014

L’Ecuador espelle i militari statunitensi e annulla il programma militare

Il presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha ordinato a tutti gli ufficiali statunitensi di lasciare il Paese entro la fine del mese e ha annullato il programma di cooperazione per la sicurezza con il Pentagono, hanno detto funzionari USA.
Su richiesta del governo dell’Ecuador, i nostri programmi di cooperazione di sicurezza bilaterale in Ecuador giungono al termine“, ha detto il portavoce del Pentagono, colonnello Steven Warren. Il programma di Difesa doveva essere chiuso entro la fine di aprile, ha detto. Un funzionario dell’ambasciata statunitense a Quito in precedenza aveva detto che Quito aveva chiesto a 20 membri del personale del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti di lasciare il Paese, ed i funzionari ecuadoriani dissero che entro la fine del mese dovevano partire. La mossa è l’ultima battuta d’arresto delle relazioni USA-Ecuador, tese da quando Correa andò in carica nel 2007. Il suo governo ha espulso i diplomatici statunitensi e respinto l’accordo commerciale con Washington, mentre accusa gli Stati Uniti di ambizioni imperialiste. “Gli Stati Uniti rispettano il diritto dell’Ecuador, come nazione “sovrana”, di espellere i militare degli Stati Uniti, ma si rammarica che la mossa “limiterà severamente la nostra cooperazione bilaterale su questioni relative alla sicurezza”, ha dichiarato Jeffrey Weinshenker, portavoce dell’ambasciata degli Stati Uniti a Quito. Ha poi aggiunto: “Il governo ecuadoriano ha chiarito che non vuole più tale assistenza alla sicurezza. Il governo degli Stati Uniti riduce i nostri programmi di cooperazione sulla sicurezza e sposta tali attività in un altro luogo“, ha detto il diplomatico.

L’assistenza militare degli Stati Uniti, in quarant’anni, in Ecuador includeva addestramento tecnico e supporto contro traffico di droga, tratta di esseri umani e criminalità transnazionale, secondo i funzionari degli Stati Uniti. Le espulsioni furono minacciate un mese fa da Correa per ridurre drasticamente la presenza dei militari statunitensi in Ecuador, citando preoccupazioni su “spionaggio” e “imperialismo” degli USA. A gennaio, Quito affermò di voler ridurre il personale militare statunitense sul suo territorio, e avvertì anche che non avrebbe permesso “apparecchiature per lo spionaggio” statunitense sul suo suolo. Prima dei decreti d’espulsione c’erano circa 50 militari degli Stati Uniti in Ecuador, secondo i funzionari del governo dell’Ecuador. Correa ha detto che si rese conto di ciò che descrive come aumento della presenza militare degli Stati Uniti nel Paese, dopo aver appreso che quattro militari del Pentagono erano a bordo di un elicottero militare ecuadoriano preso sotto tiro ad ottobre, vicino al confine con la Colombia.
Le relazioni bilaterali sono state danneggiate dalla controversia sulla sorveglianza elettronica degli Stati Uniti dei governi stranieri, svelata  dall’esiliato ex-agente dell’intelligence Edward Snowden. Nel 2009, Correa si rifiutò di rinnovare l’affitto che permetteva alle forze statunitensi di operare da Manta, una base importante nella lotta al narcotraffico in Sud America. Nel 2012, il presidente ecuadoriano irritò Washington quando il suo governo concesse asilo, presso la sua ambasciata a Londra, a Julian Assange fondatore del sito anti-segreti Wikileaks, che pubblicò numerosi documenti classificati degli Stati Uniti.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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