lunedì 28 aprile 2014

Dagli USA: Ecco il carburante Diesel di CANAPA. Addio petrolio e inquinamento. E noi ?

Il 7/2/2014 il Presidente Obama si apprestava a firmare il Farm Bill, un piano quinquennale da 956 miliardi di dollari di riforme e finanziamenti per lo sviluppo agricolo, che ha di fatto legalizzato la coltivazione della canapa industriale in 10 stati del Paese.
In California gli effetti di tale provvedimento sono stati immediati: nel mese di marzo è stato infatti sviluppato il primo biodiesel alla canapa da parte dell’azienda Extreme Biodiesel.
Questa azienda ha potuto contare su un finanziamento di 5 milioni di dollari fornito dal Coastal Mortgage Group nell’ambito del programma XTRM Cannabis Ventures, che prevede la coltivazione della cannabis medica in apposite strutture indoor, e di quella a scopi industriali in piantagioni outdoor che si estendono per oltre 20 acri, da destinare interamente alla produzione di Biodiesel.
Si tratta della prima volta nella storia americana in cui la canapa industriale viene legalmente distinta delle varietà di farmaci a base di cannabis.

I VANTAGGI DEL CARBURANTE DI CANAPA. Il biodiesel rappresenta uno dei combustibili più ecologici sulla faccia della Terra. Si tratta di un biocombustibile liquido ottenuto a seguito di un processo di trasformazione strutturale della materia organica di piante oleaginose e zuccherine, in questo caso la canapa.
Si differenzia dal bioetanolo in quanto quest’ultimo è impiegato come additivo per le benzine, mentre il biodiesel, essendo una miscela con caratteristiche simili al gasolio, può essere usato puro (o miscelato col gasolio stesso) nella stragrande maggioranza dei motori diesel, senza necessità di apportare modifiche.

Oltre ai vantaggi legati alle ridotte emissioni di CO2, il biodiesel vanta numerosi altri vantaggi nel contenimento dell’inquinamento causato dai mezzi di trasporto: non contiene zolfo, è totalmente biodegradabile, evita il rilascio di sostanze nocive generate dalla combustione di combustibili fossili, ed infine, trattandosi di un combustibile d’origine vegetale, le sue molecole contengono ossigeno e questo permette una significativa riduzione delle emissioni di CO e di altri composti incombusti.
Il biodiesel si configura come valida alternativa ai combustibili fossili usati per i trasporti, il traffico stradale è infatti responsabile per il 93% delle emissioni di CO, per il 60% di quelle di NOx e HC e per il 12% di CO2.

IL BIODIESEL CONTRO L’INQUINAMENTO.
 Considerate le circostanze, questa innovativa fonte di energia si candida a diventare una importante energia rinnovabile nel futuro prossimo. È sempre crescente infatti l’attenzione, sia a livello istituzionale, sia a livello individuale, alle problematiche legate ad inquinamento, ambiente ed ecologia. Le direttive Europee in tal senso, con l’ambizioso obiettivo di una quota del 20% di energie rinnovabili nel proprio mix energetico ne è l’esempio più lampante.
In particolare, le direttive Europee sui biocarburanti, propongono un vero piano d’azione affinché la quota di biocombustibili raggiunga entro il 2020 oltre il 20% del consumo europeo di benzina e diesel. Un obiettivo che attualmente sembra del tutto irrealistico.
Un maggior uso di carburanti nei trasporti fa parte inoltre delle misure richieste per rispettare il protocollo di Kyoto, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai carburanti derivanti dal petrolio che rappresentano per l ‘Unione europea una seria fonte di preoccupazione in merito ad ambiente e sicurezza di approvvigionamento. Il biodiesel di canapa è una realtà in rapido sviluppo che, nel caso rispetti le stime circa la sua produttività ed efficienza nel campo agroenegetico, non potrà più essere ignorata neanche dalle istituzioni del Vecchio Continente.
Un valido surrogato del ben più inquinante e non rinnovabile petrolio, che potrà giocare un ruolo importante nel raggiungimento di un adeguato mix energetico.
Senza dimenticarci degli enormi utilizzi in campo di bioedilizia che contribuirebbero ancora di più nell’obiettivo di uno sviluppo eco sostenibile, riducendo ulteriormente le emissioni di CO2 grazie alle sue note proprietà di isolante termico ed acustico.
Se lo sviluppo industriale di questa risorsa naturale sarà davvero una risposta concreta ed efficace ai principali e sempre più pressanti problemi di natura ambientale, sarà solo il tempo a dircelo. Almeno per quanto riguarda gli Usa.





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